4 modi naturali per migliorare la sensibilità insulinica | Marco Guercioni VitaminCenter
Quando si entra nell’argomento sensibilità insulinica, si aprono tantissimi scenari al quale questo fenomeno è direttamente o indirettamente collegato.
Perché parliamo di sensibilità insulinica?
Molto semplicemente sappiamo che il pancreas produce l’ormone insulina in risposta ad un innalzamento della glicemia e le cellule del tessuto muscolare e adiposo, in risposta a questo aumentato livello di ormone nel sangue, possono assorbire più o meno facilmente il glucosio al loro interno per svolgere le varie funzioni energetiche/anaboliche.
La sensibilità insulinica è connessa al fatto che, il fenomeno precedentemente descritto avvenga più o meno facilmente, ovvero a quanta insulina deve essere prodotta affinché la glicemia venga riabbassata ai valori normali per veicolare correttamente il glucosio all’interno di muscoli e tessuto adiposo. Tanta più insulina verrà prodotta e tanto meno sensibili saremo, viceversa tanta meno insulina e per meno tempo verrà prodotta per abbassare la glicemia ai valori normali, più sensibili ad essa saremo.
Ci sono diversi tipi di sensibilità all’insulina:
Periferica: muscoli e tessuto adiposo recepiscono l’insulina e rispondono al segnale incorporando glucosio attraverso la loro membrana, ottimizzando tutti i processi ad esso collegati (diabete tipo 2 resistenza periferica).
Epatica: è legata al processo della gluconeogenesi ovvero della produzione di glucosio da parte del fegato che normalmente viene bloccata dall’aumento dell’insulina nel sangue. Quando la sensibilità epatica all’insulina è danneggiata, si assiste ad una continua produzione di glucosio da parte del fegato - anche quando i livelli glicemici e insulinici circolanti sono alti - creando così una cascata di glucosio tale da saturare negativamente i processi lipolitici e favorire quelli adipogenici, istaurando uno dei presupposti della sindrome metabolica.
Pancreatica: il pancreas che produce insulina, se non avverte correttamente i livelli circolanti di questo ormone, continuerà a produrre una quantità inappropriata, degenerando nel tempo ed esaurendo la normale funzione fisiologica che per vari motivi (autoimmuni-stile di vita) porterà alla genesi del cosiddetto diabete mellito di tipo 1 (insulino dipendente).
I 4 fattori che aiutano a migliorare la sensibilità insulinica sono:
- ESERCIZIO FISICO
- RESTRIZIONE CALORICA
- TIMING DEI PASTI E DEI NUTRIENTI
- INSULINO MIMETICI NATURALI
- ESERCIZIO FISICO: sappiamo benissimo, come anche ormai la letteratura scientifica ci supporta, che l’esercizio fisico - in special modo l’allenamento con i pesi - aiuta e migliora la sensibilità insulinica periferica a livello muscolare, ottimizzando i processi legati alla comunicazione e metabolizzazione tra l’ormone insulina e il glucosio disponibile nel sangue.
- RESTRIZIONE CALORICA: un altro fattore fondamentale per mantenere una buona sensibilità insulinica è quello del deficit calorico. Assumere meno calorie rispetto al nostro fabbisogno, incrementa i livelli di ampk (5' Proteina chinasi attivata da adenosina monofosfato), che segnalano nelle nostre cellule un aumentato turn over degli enzimi, recettori e messaggeri deputati alla metabolizzazione del glucosio.
- -TIMING DEI PASTI E DEI NUTRIENTI: limitare l’assunzione o circoscrivere ad esempio i pasti ricchi in carboidrati solo nel post allenamento, oppure ridurre la finestra temporale dedicata all’alimentazione durante la giornata, sottoporrà per più tempo il corpo ad un digiuno controllato o specifico dai carboidrati. Questo, in soggetti sani e soprattutto in sovrappeso, tende a migliorare indirettamente la sensibilità insulinica per via di vari meccanismi indotti a livello cellulare che migliorano l’efficienza nelle comunicazioni tra ormone-recettore.
- INSULINO MIMETICI NATURALI: Per quanto riguarda la supplementazione sappiamo che esistono diverse sostanze e preparati vegetali che agiscono sia sulla produzione di insulina, sia sulla sensibilizzazione periferica all’insulina e sia sulla riduzione dell’assorbimento di glucosio a livello intestinale. Usando correttamente, nei dovuti modi e casi specifici, queste particolari molecole e abbinandole ad una corretta nutrizione e ad una dose adeguata di esercizio fisico qualitativo, possiamo prevenire e agire positivamente sulla sensibilità all’insulina.
INTEGRATORI
Vediamo alcuni principi attivi, anche contenuti in due integratori che ho personalmente formulato per COBALT NUTRITION e per VITAMINCOMPANY
Berberina: un alcaloide principalmente usato dalla medicina tradizionale cinese per ridurre emoglobina glicata e glicemia a digiuno nei casi di diabete di tipo 2.
Questo componente agisce attivando l’adenosine monophosphate activated protein kinase (ampk), che segnala una carenza di energia cellulare e inibisce la protein tyrosine phosphatasi 1, che è normalmente coinvolta nell’ibizione del segnale insulinico; favorisce quindi positivamente la sensibilità all’insulina affamando la cellula di glucosio (azione globale).
Acido alfa lipoico: è un composto mitocondriale coinvolto nel metabolismo energetico. Viene comunemente assunto come insulino mimetico perché è correlato con i meccanismi coinvolti con il trasporto di glucosio all’interno delle membrane cellulari. Inoltre, l’acido alfa lipoico fornisce una breve ma potente riduzione dell’ossidazione, aumentando gli enzimi antiossidanti oltre ad agire come ipoglicemizzante.
Cinnamon (cannella) soprattutto per la presenza di MHPC che agisce come insulino mimetico, stimolando l’attivazione del recettore tirosinico dell’insulina e incrementando la soglia di attivazione, favorendo così un trasporto di glucosio efficace all’interno della cellula (azione epatica e periferica).
Cromo: componente delle cromomoduline coinvolte nella mediazione del recettore dell’insulina a seguito del legame, incrementando l’azione di quest’ultima (azione periferica).
Berberina: un alcaloide principalmente usato dalla medicina tradizionale cinese.
BANABA (tannini e ac corosolico) lagerstroemina: agisce come agonista del recettore dell’insulina
Undaria pinnatifida(fucoxantine): per il suo contenuto in fucoxantina Cinnamon (cannella) soprattutto per la presenza di MHPC che agisce come insulino mimetico.
Inositolo: (myo inositolo) è un secondo messaggero fisiologico dell’insulina.
Cromo: componente delle cromomoduline.
Esistono ancora altri principi attivi che intervengono positivamente sulla sensibilità insulinica, ma occorrerebbe una trattazione a parte.
Importante ricordare che mantenendo una bassa bodyfat, nei limiti suggeriti per gli atleti e non, la sensibilità insulinica tende ad essere ottimale, viceversa quest’ultima scende man mano che la composizione corporea peggiora di conseguenza alla poca attività fisica o all’eccessiva iperalimentazione.
Dottor Marco Guercioni
Il parere professionale del Dott. Marco Guercioni si basa su studi scientifici internazionali e sulla sua esperienza di biologo specializzato in nutrizione. La diffusione dell'articolo da parte di Vitamincenter ha esclusivamente valore divulgativo e non vuole essere in alcun modo un’indicazione terapeutica.