6 SOLUZIONI NUTRACEUTICHE PER MIGLIORARE LA COMPOSIZIONE CORPOREA
- 4 mag 2017
Il miglioramento della composizione corporea rappresenta una delle necessità maggiormente manifestate nell’ambito dello sport e del fitness. Infatti, al di là della mera perdita di peso, l’atleta o il praticante di qualità mirano a migliorare la composizione del proprio organismo enfatizzando la componente magra e riducendo, con diverse strategie, quella lipidica. Esistono diverse soluzioni nutraceutiche formulate con l’intento di fornire supporto in questo delicato percorso che prevede ovviamente una sapiente integrazione di allenamento, nutrizione e supplementazione. Nonostante la presenza di tanti strumenti non sempre è possibile raggiungere un adeguato margine di efficacia in quanto molti dei prodotti presenti sul mercato si concentrano prevalentemente sull’incremento della spesa energetica, trascurando elementi essenziali al bilancio dei delicati meccanismi che intervengono nella gestione della composizione corporea come, per esempio, quelli implicati nel bilancio ormonale di diverse funzioni metaboliche tra cui prima tra tutte (ma non in via esclusiva) quella insulinica. Quali strumenti nutraceutici possono quindi mostrarsi più adatti per effettuare un intervento integrato, lavorando sia sulla spesa energetica che soprattutto sul bilancio delle funzioni fisiologiche derivanti dall’equilibrio ormonale? Esaminiamo alcune delle molecole principalmente interessanti:
Questa molecola endogena dalle notevoli proprietà antiossidanti mostra interessanti potenzialità anche dal punto di vista metabolico, infatti diversi autori riportano miglioramenti nella sensibilità all’attività insulinica correlati sia alla stimolazione dell’attività del recettore insulinico che all’implementazione delle dinamiche relative alle proteine di signaling correlate alla sua attività, che agiscono trasducendo il segnale portato dall’ormone in ambiente cellulare. Alcuni autori riportano inoltre dati incoraggianti anche per potenziali applicazioni volte alla modificazione della composizione corporea, infatti dallo studio di diversi modelli in vitro di tessuto adiposo la somministrazione di ALA sembra agire rallentando la differenziazione di pre-adipociti in adipociti maturi, riducendo di conseguenza l’evoluzione di cellule dalle maggiori possibilità di accumulo.
La Garcinia Cambogia viene utilizzata in numerose preparazioni volte alla modificazione della composizione corporea in virtù della sua presenza in acido idrossicitrico (HCA). Quali sono le sue principali funzioni? L’acido idrossicitrico è in grado di agire attivando l’ossidazione degli acidi grassi a scopo energetico a livello epatico, favorendo una maggiore efficacia nella gluconeogenesi e nella ricostituzione delle riserve di glicogeno, processi che nell’insieme contribuiscono all’aumento della disponibilità energetica con conseguente diminuzione dell’appetito contribuendo indirettamente alla riduzione dell’assunzione di cibo. L’altro effetto estremamente interessante correlato all’acido idrossicitrico è quello di poter agire come potente inibitore competitivo dell’enzima citrato liasi, enzima che si trova principalmente nel fegato. L’acido idrossicitrico è in grado di occupare appunto i recettori dell’enzima citrato liasi, bloccandone l’azione con il risultato di ridurre la sintesi degli acidi grassi, rendendo di conseguenza disponibile meno materiale per il deposito nei tessuti a componente adiposa, questo permette anche una marcata riduzione della trasformazione dell’eventuale eccesso di carboidrati (zuccheri e amidi) ingeriti in grasso.
La tirosina è un aminoacido aromatico non essenziale in quanto ottenibile dall’organismo a partire dalla fenilalanina. Nonostante ciò dal punto di vista biologico essa ricopre numerosi ruoli fondamentali, intervenendo come precursore nella sintesi di numerose molecole fondamentali per un’equilibrata funzione della componente tiroidea del sistema ormonale (Triiodotironina e Tetraiodotironina) e per la funzione della componente ortosimpatica del sistema nervoso (Dopamina, Noradrenalina, Adrenalina). Ovviamente la presenza di equilibrati livelli sia di ormoni tiroidei che di neurotrasmettitori della componente ortosimpatica del sistema nervoso, contribuisce al mantenimento di un ottimale bilancio metabolico in quanto ambedue le classi di sostanze esercitano nell’organismo funzioni prevalentemente stimolanti.
La carnitina è un derivato amminoacidico praticamente presente in tutte le cellule dell’organismo umano principalmente con la funzione di carrier (trasportatore) degli acidi grassi a lunga catena in ambito mitocondriale. La sua azione si manifesta favorendo appunto l’ingresso di questi acidi grassi in ambiente mitocondriale dove sarà possibile il loro utilizzo mediante la β-ossidazione per la produzione di Adenosina-tri-fosfato (ATP). Tra i diversi potenziali effetti utili alla modificazione della composizione corporea riscontrabili secondo alcuni autori con la supplementazione di carnitina è possibile rinvenire un incremento dell’impiego di grassi come fonte energetica e un effetto antiossidante indiretto in quanto favorendo il consumo di acidi grassi si rendono disponibili minori livelli di substrati alla perossidazione lipidica.
Il Fucus vesiculosus è un alga bruna tipica dei mari del Nord particolarmente ricca in Iodio (in forma salina), fucoxantina (carotenoide), fucoidina (polisaccaride solfatato) tradizionalmente utilizzato come rimedio anti-obesità soprattutto in soggetti con deficit tiroidei, questo in virtù sia delle sue proprietà termogeniche attribuibili alla presenza di iodio (costituisce insieme alla tirosina la base per la sintesi di Monoiodotirosina (MIT) e Diiodotirosina (DIT) dalla cui combinazione derivano gli ormoni tiroidei Triiodotironina e Tetraiodotironina), che delle sue proprietà insulino-sensibilizzanti e anti-adipogeniche attribuibili alla presenza di Fucodina e Fucoxantina. In particolare la possibilità di poter agire sia come stimolante tiroideo che come insulino-sensibilizzante e anti-lipogenico fanno del fucus uno strumento nutraceutico estremamente interessante nel riequilibrio fisiologico integrato avendo un’azione ad ampio spettro su diversi sistemi metabolici.
Il cromo è un micronutriente la cui carenza è stata correlata a un’alterazione reversibile del metabolismo glucidico che si traduce in iperglicemia. Ovviamente una riduzione dell’efficienza di questa via metabolica è correlata a effetti negativi sia sul peso che sulla composizione corporea, basti pensare che una delle componenti della sindrome metabolica è appunto un’alterazione del metabolismo glucidico. La sua supplementazione può essere talmente importante da suggerire l’impiego di cromo a fianco di approcci terapeutici convenzionali anche in quadri di soggetti sovrappeso, con diabete di tipo 2 oppure in vera e propria sindrome metabolica, mostrandosi particolarmente efficace soprattutto in soggetti con controllo glicemico non ottimale con gli approcci convenzionali. Anche l’autority europea (EFSA) nei claim relativi ai prodotti nutraceutici ha confermato l’esistenza di un rapporto di causa/effetto tra la supplementazione di cromo e il mantenimento di normali concentrazioni ematiche di glucosio in soggetti carenti. La supplementazione di cromo può quindi costituire in caso di carenza un ottimo strumento per un’equilibrata gestione del metabolismo glucidico.
La disamina di questi strumenti permette di comprendere come gli attori in gioco nella gestione di un equilibrato funzionamento dei sistemi fisiologici implicati nel mantenimento o nel miglioramento del peso e della composizione corporea sono davvero tanti, l’approccio integrato permette una gestione “ad ampio spettro” creando una visione di insieme volta all’equilibrio delle funzioni fisiologiche.
Dott. Alexander Bertuccioli
Biologo Nutrizionista
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