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Carnitina e Acetil L Carnitina. Benefici, differenze e una guida all'uso

Acetil-Carnitina

Prima di poter definire i ruoli e le potenzialità fisiologiche dell’Acetil Carnitina risulta fondamentale chiamare in ballo una vecchia conoscenza che costituisce il cardine delle sue potenzialità fisiologiche: la carnitina.

Stiamo parlando di un derivato amminoacidico praticamente presente in tutte le cellule dell’organismo umano deputato alla principale funzione di trasportatore (carrier) degli acidi grassi a lunga catena che in pratica agisce favorendone l’ingresso in ambiente mitocondriale dove successivamente a uno specifico processo metabolico (β-ossidazione) saranno utilizzati per la produzione di Adenosina-tri-fosfato (ATP). Anche in questo caso l’isomero funzionalmente attivo è quello levogiro, l’utilizzo del destrogiro sarebbe a oggi un errore in quanto non dotato di alcuna attività biologica attualmente nota e in competizione con la forma levogira per l’assorbimento.

La carnitina viene principalmente sintetizzata in sede epatica e renale a partire dagli aminoacidi lisina e metionina per via enzimatica con la compartecipazione di cofattori quali Niacina, Vitamina B6, Vitamina C e Ferro. Il suo apporto alimentare è possibile principalmente grazie al consumo di prodotti carnei e derivati, si riviene inoltre in pochissimi vegetali quali l’avocado e in alcuni prodotti ottenuti dalla fermentazione della soia. Attualmente si ritiene che l’assorbimento avvenga sia per diffusione facilitata che mediante trasporto attivo con picchi ematici evidenziabili tra le 2 e le 4,5 ore successive alla somministrazione, successivamente ad assorbimento intestinale il 25% circa della quota assorbita è sottoposta ad acilazione direttamente in sede enterocitaria. Va considerato come la Carnitina subisce filtrazione renale, in soggetti sani il 95% circa della quota filtrata viene riassorbita a livello tubulare. I dosaggi più comuni per somministrazione orale sono di 500 mg 2 volte al giorno.

In linea generale la carnitina viene ritenuta una molecola sicura in quanto la DL50 è stata stabilita nel modello animale a 19200 mg/kg, dose assolutamente lontana da quelle comunemente utilizzate. In caso di sovradosaggio al momento sono stati riportati lievi disturbi gastrointestinali, potenzialmente attribuibili anche alla presenza di alcuni eccipienti. L’integrazione di carnitina è stata ampiamente considerata in letteratura scientifica venendo ritenuta particolarmente utile in diverse situazioni tra cui principalmente:

 Effetto Cardio-protettivo (maggior efficienza nella produzione energetica a partire da acidi grassi)

Effetto Neuro-protettivo (maggior efficienza nella produzione energetica a partire da acidi grassi)

• Effetto antiossidante: generalmente indiretto, favorendo il consumo di acidi grassi si rendono disponibili minori livelli di substrati alla perossidazione lipidica

Effetto ipolipemizzante (riscontrato non da tutti gli autori)

• Implementazione dell’impiego lipidico come fonte di energia (utile sia in applicazioni sportive che nel trattamento del sovrappeso e dell’obesità- questa applicazione anche se teoricamente possibile trova in letteratura evidenze piuttosto deboli)

Trattamento dei deficit primari di carnitina

Trattamento dei deficit secondari di carnitina

Venendo invece allacetil carnitina (o acetil-L-carnitina o ALC o ALCAR) stiamo considerando l’estere acetilico della L-carnitina, così come viene elaborato in ambito enterocitario. Dal punto di vista fisiologico ricopre ruoli molto simili a quelli della carnitina con la notevole differenza di poter aggiungere agli effetti appena descritti quelli direttamente correlabili alla struttura acetilica e una maggiore biodisponibilità. In virtù di ciò diversi autori ritengono che possa esercitare un ruolo nei processi di sintesi dell’acetilcolina, noto neurotrasmettitore. Inoltre parlando di biodisponibilità risulta interessante considerare i dati che sembrano suggerire un assorbimento più efficiente della forma acetilata. Volendo tirare le somme oltre a una biodisponibilità potenzialmente migliore, le applicazioni ove l’acetil carnitina si mostrerebbe potenzialmente più vantaggiosa della carnitina sono:

Neuroprotezione: (maggior efficienza nella produzione energetica a partire da acidi grassi, potenziale ruolo nella sintesi di acetilcolina, riduzione dei deficit cognitivi)

Oculoprotezione (Riduzione nella glicazione delle proteine del cristallino – effetto riscontrato in vitro)

Aumento nella sintesi di cardiolipina

• Trattamento dell’oligostenospermia (incremento della motilità degli spermatozooi al dosaggio di 4000 mg/die)

Anche in questo caso i dosaggi comunemente utilizzati per somministrazione orale sono di 500 mg 2 volte al giorno e la molecola viene ritenuta sicura, rinvenendo in caso di sovradosaggio esclusivamente lievi disturbi gastrointestinali. Sia per la carnitina che per l’acetil carnitina è opportuno utilizzare cautela da parte dei soggetti epilettici dove la somministrazione potrebbe potenzialmente favorire il manifestarsi di attacchi. Anche se è stato chiarito che la carnitina non esercita potere mutageno non esistono consistenti dati relativi alla sicurezza per le gestanti e le nutrici per le quali risulta opportuno il consulto medico prima dell’utilizzo.

 

Alexander Bertuccioli
Biologo Nutrizionista

Riproduzione vietata 

Bertuccioli A., Neri M. “Manuale pratico di integrazione alimentare” 2015 Elika editrice Cesena

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