ESTRATTI NATURALI PER LIMITARE L'ASSORBIMENTO DEI NUTRIENTI
- 5 set 2017
I ritmi di vita odierni non sempre rendono semplice e soprattutto possibile la realizzazione di pasti opportunamente bilanciati sulla base delle esigenze dell’utente finale, molto spesso infatti la necessità di consumarli fuori casa, in tempistiche limitate spesso anche in luoghi diversi a seconda delle esigenze della giornata costringono a scegliere il “male minore” ovvero quella combinazione alimentare che si spera non arrechi eccessivo danno al programma dietetico, interferendo spesso anche con il programma di allenamento del soggetto. Esistono diverse soluzioni nutraceutiche che possono mostrarsi molto interessanti nella modulazione dell’assorbimento del pasto intervenendo a diverso livello sia sulla gestione dell’attività enzimatica correlata ai processi digestivi che nel sequestro di determinati macronutrienti, combinazione di effetti che possono essere utilizzati nel favorire una più funzionale gestione anche di un pasto che di per sé proprio funzionale non è… Analizziamo ora le principali risorse nutraceutiche a disposizione:
Phaseolus vulgaris
La faseolammina è una molecola estratta dal comune fagiolo in grado di inibire le alfa-amilasi, enzimi deputati prevalentemente a livello duodenale all’idrolisi del dell’amido e degli oligossacaridi, la parziale inibizione dell’attività enzimatica attribuibile all’utilizzo di faseolammina permette quindi rendere “indigeribile” e di conseguenza non assorbibile una quota dei carboidrati ingeriti. Questa soluzione nutraceutica si può mostrare molto interessante soprattutto nella gestione della quota glucidica “nascosta” o comunque non eliminabile da numerosi alimenti o piatti magari consumati in virtù dl loro tenore proteico o del loro tenore in micro-nutrienti.
Acacia catechu
Risorsa nutraceutica molto interessante per il suo contenuto in tannini catechici, derivati flavanici e soprattutto mucillagini, notevolmente utilizzata in virtù delle sue proprietà antisettiche e antinfiammatorie ma soprattutto in numerosi disturbi correlati all’apparato digerente. L’estratto di Acacia catechu in virtù delle sue componenti si mostra molto utile infatti nel trattamento delle dispepsie accompagnate o meno da diarrea, questo fattore è moto interessante in quanto da un lato le mucillagini mostrano effetti lenitivi ed emollienti a livello degli epiteli del digerente e dall’altro mostrano capacità “sequestranti” a livello di una quota parte delle sostanze ingerite, riducendo la possibilità che eventuale materiale “indigerito” (per esempio a cagione dell’utilizzo di faseolammina) possa fermentare e produrre discomfort gastro intestinale. Inoltre la presenza di catecoli e di quercetina può ulteriormente giustificare gli effetti topico-lenitivi sulle mucose infiammate.
Rhodiola rosea
Piccola pianta erbacea della Famiglia delle Crassulaceae ricca in Glicosidi fenolici specie-specifici, Acidi organici, Flavonoidi, Catechine, Proantocianidine e Tannini che mostra importanti effetti adattogeni ovvero la somma di effetti stimolanti e calmanti che permettono di portare l’organismo a uno stato di buona funzionalità ma in condizioni di quiete e di benessere. Tra i numerosi effetti che manifesta come adattogeno si rivelano particolarmente interessanti per questa applicazione quelli volti all’ottimizzazione della funzione epatica, favorendo le dinamiche digestive a cagione dell’azione di Salidroside e para-tirosolo in grado di influenzare appunto i livelli e le attività delle monoamine (dopamina, adrenalina, norepinefrina, serotonina) e soprattutto quelli (se assunta prima di un pasto) volti alla riduzione del senso di fame, estremamente utile quando a cagione delle possibili dinamiche disfunzionali di un pasto, oltre all’assorbire meno, si rende funzionale anche lavorare sulla gestione di ridotte quantità. Alcuni autori riportano inoltre per la Rodiola anche effetto lipolitico dovuto ala stimolazione dell’attività lipasica con incrementata mobilizzazione degli acidi grassi.
Garcinia cambogia
Utilizzata in numerose preparazioni volte alla modificazione della composizione corporea a cagione della presenza di acido idrossicitrico (HCA), molecola in grado di agire attivando l’ossidazione degli acidi grassi con finalità energetica a livello epatico, favorendo di conseguenza una maggiore efficacia nella gluconeogenesi e nella ricostituzione delle riserve di glicogeno, processi che nell’insieme contribuiscono all’aumento della disponibilità energetica con conseguente diminuzione dell’appetito contribuendo indirettamente alla riduzione dell’assunzione di cibo. L’altro effetto estremamente interessante correlato all’acido idrossicitrico è quello di poter agire come potente inibitore competitivo dell’enzima citrato liasi, enzima che si trova principalmente a livello epatico: occupando appunto i siti recettoriali dell’enzima ne blocca l’azione con il risultato di ridurre la sintesi degli acidi grassi, rendendo di conseguenza disponibile meno materiale per il deposito nei tessuti a componente adiposa, permettendo anche una marcata riduzione nella trasformazione dell’eventuale eccesso di carboidrati (zuccheri e amidi) ingeriti in grasso.
Morus alba
L’estratto di Morus alba è tradizionalmente impiegato in fitoterapia in virtù delle sue capacità ipoglicemizzanti e funzionali all’eliminazione di acido urico. L’effetto ipoglicemizzante prevalentemente attribuibile alla presenza di Mulberroside A si mostra funzionale con altri meccanismi d’azione a quanto ottenibile grazie al consumo di estratti di Phaseolus vulgaris potenziando l’ impatto sul metabolismo glicidico grazie alla sinergia dei due diversi meccanismi di azione. In questo contesto non è da trascurare anche il suo effetto ipouricemizzante in quanto l’eliminazione di acidi urici dovuti sia alla notevole presenza in purine in alcuni alimenti che a specifiche problematiche metaboliche tipiche del soggetto di sesso maschile con accumulo di natura androide e/o sindrome metabolica diviene ancor più funzionale quando non sussiste la possibilità di realizzare e consumare preparazioni opportune.
Opuntia ficus indica
L’estratto di Opuntia ficus indica viene utilizzato a cagione del suo elevato tenore in fibre solubili in grado di creare un “complesso” con sostanze di natura lipidica, infatti una volta a contatto con i grassi a livello dell’apparato digerente la fibra presente in questo estratto vi si lega immediatamente formando una sorta di “rivestimento” sotto forma di gel, rendendo i lipidi irraggiungibili da parte di enzimi digestivi e sali biliari e quindi in pratica non assorbili. Questo limita in maniera importante la quota lipidica assorbita in seguito a un pasto, con tutti i benefici che ne conseguono sia dal punto di vita metabolico che ovviamente dal punto di vista calorico.
Piper longum
I principali effetti attribuibili al Piper longum sono ascrivibili al suo contenuto in Piperina, molecola in grado di incrementare le secrezioni livello dell’apparato digerente (salivare , gastrica ecc), favorendo la digestione. La Piperina si mostra inoltre molto interessante nel favorire la Biodisponibilità di numerose sostanze come ad esempio le catechine del Tè verde, favorendone l’assorbimento a livello intestinale e incrementandone l’emivita a grazie alla capacità di inibirne la glucoronidazione epatica, prolungando quindi le tempistiche necessarie per la metabolizzazione e la successiva escrezione di tali sostanze.
Acido alfa lipoico
Molecola endogena dalle notevoli proprietà antiossidanti che mostra interessanti potenzialità anche dal punto di vista metabolico in quanto diversi autori riportano miglioramenti nella sensibilità all’attività insulinica. correlati sia alla stimolazione dell’attività del recettore insulinico che all’implementazione delle dinamiche di trasduzione del segnale portato dall’ormone in ambiente cellulare. Alcuni autori riportano inoltre dati incoraggianti anche per potenziali applicazioni volte alla modificazione della composizione corporea, infatti dallo studio di diversi modelli in vitro di tessuto adiposo la somministrazione di ALA sembra agire rallentando la differenziazione di pre-adipociti in adipociti maturi, riducendo di conseguenza l’evoluzione di cellule dalle maggiori possibilità di accumulo.
Cromo
Il cromo è un micronutriente la cui carenza è stata correlata a un’alterazione reversibile del metabolismo glucidico che si traduce in iperglicemia. Una riduzione dell’efficienza di questa via metabolica è correlata a effetti negativi sia sul peso che sulla composizione corporea, basti pensare che una delle componenti della sindrome metabolica è appunto un alterazione del metabolismo glucidico. La sua supplementazione può essere talmente importante da suggerire l’impiego di cromo a fianco di approcci terapeutici convenzionali anche in quadri di soggetti sovrappeso, con diabete di tipo 2 oppure in vera e propria sindrome metabolica, mostrandosi particolarmente efficace soprattutto in soggetti con controllo glicemico non ottimale con gli approcci convenzionali. Anche l’autority europea (EFSA) nei claim relativi ai prodotti nutraceutici ha confermato l’esistenza di un rapporto di causa/effetto tra la supplementazione di cromo e il mantenimento di normali concentrazioni ematiche di glucosio in soggetti carenti. Considerate queste importanti possibilità applicative anche in supporto a terapie protocollate in ambito patologico, la supplementazione di cromo può quindi costituire in caso di carenza un ottimo strumento per un equilibrata gestione del metabolismo glucidico, funzionalmente ad altre soluzioni nutraceutiche in grado di agire su diversi bersagli metabolici.
Manganese
Il manganese mostra un importante ruolo biologico correlato alla corretta funzionalità di diversi enzimi; in alcuni casi in modo specifico come nel caso dell’ arginasi, piruvato-carbossilasi, glutammina-sintetasi, e superossido dismutasi Mn dipendenti, mentre in altri casi sostituendo il magnesio di cui in determinate condizioni metaboliche può ricoprire le funzioni. Anche in questo caso alcuni autori attribuiscono ad una sua carenza un’importante riduzione dell’efficienza di determinati metabolismi su base enzimatica tra cui appunto alterazioni a livello del metabolismo del lipidi e dei carboidrati. Un equilibrata supplementazione di Manganese si dimostra molto interessante nella prevenzione di eventuali deficit alla base di possibili squilibri enzimatico-funzionali.
Selenio
Il selenio partecipa come componente di diversi enzimi al sistema di difesa antiossidante dell’organismo, sembra inoltre esercitare ruoli protettivi contro la tossicità da alcuni metalli pesanti (mercurio, cadmio e argento) per i quali mostra una notevole affinità. Stati carenziali solitamente impiegano notevole tempo per mostrare segni clinici, a meno che non si manifesti la contestuale carenza di selenio e di vitamina E. La sua equilibrata supplemetazione si mostra quindi molto interessante nel supporto dei naturali meccanismi di difesa dell’organismo, spesso messi a dura prova da una gestione non equilibrata, soprattutto se protratta, delle dinamiche alimentari.
Zinco
Lo zinco è uno ione molto importante nell’organismo umano in quanto interviene in importanti processi correlati a funzionalità enzimatica come per esempio nella super ossido dismutasi una delle principali risorse antiossidanti dell’organismo, nel mantenimento di una corretta funzionalità nell’attività delle membrane e di conseguenza nelle attività e nel metabolismo cellulari, ultimo ma non meno importante nel mantenimento di una corretta ed equilibrata funzionalità ormonale. La supplemntazione di zinco può rivelarsi utile per il mantenimento di un adeguato bilancio e di un adeguata funzionalità delle strutture biologiche che lo richiedono.
Vitamine del gruppo B
Le vitamine del gruppo B si mostrano estremamente importanti ogni qual volta vengono chiamati in causa i metabolismi energetici, infatti se pensiamo agli enzimi che ne permettono il funzionamento come a degli operai, pensiamo alle vitamine del gruppo B come agli utensili che gli operai utilizzano per un corretto svolgimento del loro lavoro, quindi avendo la necessità di intervenire da un lato sulle dinamiche di assorbimento e distribuzione e dall’altro sulle quelle di efficienza metabolica le vitamine del gruppo B si mostrano le alleate ideali per il raggiungimento di questi obiettivi, favorendo un corretto funzionamento delle dinamiche biochimiche implicate nella produzione di energia, dalla glicolisi alla fosforilazione ossidativa per arrivare alla respirazione cellulare.
Chiariti questi aspetti dovrebbe essere evidente come l’approccio integrato si mostra un approccio imprescindibile per una funzionale ed efficace modulazione nutricinetica ad ampio spettro, permettendoci di rendere maggiormente funzionali anche dinamiche che da sole lo sarebbero ben poco.
Alexander Bertuccioli
Biologo Nutrizionista