FOSFATIDILSERINA: CHE COS’È?
- 5 dic 2018
Notevolmente discussa in molti ambiti, da quello medico a quello sportivo, passando per quello estetico, la fosfatidilserina sicuramente si dimostra una molecola molto interessante da studiare proprio in virtù delle sue possibilità applicative, in alcuni casi dimostrate in alti potenziali.
La fosfatidilserina è un fosfolipide naturalmente presente nelle membrane (animali, vegetali, fungine batteriche) costituita da glicerofosfato legato a 2 molecole di acidi grassi e all’aminoacido serina. I prodotti maggiormente commercializzati prevedono estrazione sia da fonti vegetali che animali ottenendo molecole con caratteristiche strutturali diverse:
- Fonte vegetale: a partire in prevalenza dalla lecitina di soia, il prodotto così ottenuto contiene soprattutto acidi grassi polinsaturi
- Fonte animale: a partire in prevalenza dal cervello bovino il prodotto così ottenuto contiene soprattutto acidi grassi saturi e mono insaturi. Si rinviene inoltre in discreta quantità con caratteristiche simili in diversi pesci azzurri e nelle frattaglie di diverse specie avicole.
Considerata la sua importante presenza a livello delle membrane biologiche uno dei suoi principali ruoli viene esercitato proprio a livello della trasduzione del segnale permettendo un buon funzionamento cellulare anche se mediante meccanismi non ancora del tutto chiariti. Per questo la fosfatidilserina viene proposta come coadiuvante nel trattamento dei deficit cognitivi, alcuni effetti positivi riscontrati in merito riguardano appunto:
- Stimolazione del ricambio di catecolammine a livello cerebrale
- Aumento del rilascio di acetilcolina a livello corticale
- Aumento nella produzione di neurotrasmettitori a livello del sistema nervoso centrale
- Aumento nella trasduzione dei segnali a livello del sistema nervoso centrale
- Preservazione delle spine dendritiche a livello ippocampale.
Con miglioramenti significativi negli score di valutazione considerati in soggetti con alterazioni cognitive di diversa natura e in miglioramenti in soggetti pediatrici iperattivi con deficit dell’attenzione. Ovviamente anche relativamente all’attività fisica questi effetti possono essere interessanti in quanto potenzialmente in grado di ottimizzare la funzione neuromuscolare alla base del movimento. Oltre a questa potenzialità altri risultati potenzialmente interessanti sono stati ottenuti nello studio di alte applicazioni in ambito sportivo soprattutto con la finalità di ottimizzare i fattori legati alla performance, in particolare gli effetti studiati riguardavano:
- La modulazione della risposta ormonale correlata allo stress da esercizio (prevalentemente mediante la modulazione del rilascio di cortisolo, interessante anche nella prevenzione e nel trattamento della sindrome da overtraining e overreaching)
- La modulazione del danno muscolare
Altra applicazione non correlata alla performance è quella relativa alla perdita di peso; infatti diversi autori ritengono che in determinati casi modulando la cortisolemia si potrebbe verificare un effetto potenzialmente utile anche nel trattamento dell’obesità. In particolare questo effetto potrebbe essere spendibile in soggetti con accumulo adiposo di tipo androide o viscerale o in vera e propria sindrome metabolica meglio se sinergicamente ad un’azione sulla 11-β-steroido-deidrogenasi, ottenuta con altri strumenti nutraceutici. I dosaggi generalmente studiati e impiegati sono compresi tra i 400 e gli 800 mg/die (anche se alcuni per le applicazioni sportive sono stati utilizzati dosaggi notevolmente più alti). L’assunzione è controindicata in soggetti con ipersensibilità accertata, mentre per i soggetti non sensibili viene normalmente ritenuta molto sicura infatti la DL50 nel modello animale è compresa tra 2000 e 5000 mg/kg di peso corporeo, dosi estremamente lontane da quelle proposte per il consumo umano e praticamente nemmeno realizzabili nell’integrazione alimentare. Questo versatile strumento nutraceutico si rivela di estremo interesse sia nel supporto dell’atleta che nell’affrontare periodi di particolare stress o carico funzionale, fornendo inoltre un valido strumento potenzialmente utile per supportare quando indicato anche la perdita di peso.
Dott. Alexander Bertuccioli
Biologo Nutrizionista
Il parere professionale del Dott. Alexander Bertuccioli si basa su studi scientifici internazionali e sulla sua esperienza di biologo specializzato in nutrizione. La diffusione dell'articolo da parte di Vitamincenter ha esclusivamente valore divulgativo e non vuole essere in alcun modo un’indicazione terapeutica.
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