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Ovaio policistico: cause, sintomi e possibili rimedi fitoterapici

Ovaio policistico: cause, sintomi e diagnosi.

La Biologa Nutrizionista Laura Pistolesi e il Dr. Marco Guercioni oggi ci parlano dell’ovaio policistico, una condizione che colpisce numerose donne, e ci spiegano come riconoscere i sintomi e le cause. Inoltre – sulla base della letteratura scientifica – analizzano i nutrienti e i principi attivi naturali che in alcuni casi possono risultare utili. 

Che cos’è la sindrome dell’ovaio policistico

La sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) è una condizione che colpisce le donne con un'incidenza di circa il 10%. È solitamente associato ad anomalie del metabolismo del glucosio e del metabolismo degli androgeni (testosterone circolante eccessivo). Come conseguenza si può riscontrare: accumulo di grasso e difficoltà nel perdere il peso acquisito, ridotta fertilità e problemi alla pelle di varia gravità (eccesso di sebo, acne, irsutismo, alopecia…).

Per la diagnosi, si deve valutare la presenza di:

  • anovulazione e quindi anche ciclo irregolare (anche doloroso);
  • eccesso di androgeni (sia testosterone, sia DHEA-S);
  • elevata insulinemia a digiuno (non necessariamente glicemia a digiuno oltre la norma);
  • morfologia tipica dell’ovaio policistico, attraverso ecografia;

I punti su cui agire attraverso la fitoterapia sono essenzialmente due: la resistenza insulinica con conseguente alterazione del peso corporeo, l’androgeno dominanza, cioè lo sbilanciamento dell’asse ipotalamo – ipofisi - gonadi con aumento del rapporto LH : FSH,  che comporta l’alterazione e poi l’arresto della maturazione del follicolo e quindi interruzione nella formazione del corpo luteo e diminuzione della produzione di progesterone .

È molto importante, al fine di valutare correttamente l’utilizzo degli estratti fitoterapici, avere una corretta e certa diagnosi di sindrome da ovaio policistico, escludendo casi di: amenorrea ipotalamica, ciclo irregolare da stress, rebound da pillola con progestinici e/o infiammazione dovuta a problemi di altra natura, come intestinali o da intolleranza.

«Occorre anche fare attenzione a non confondere un ovaio policistico come un segno diretto sindrome dell’ovaio policistico: durante il normale ciclo ovarico, è del tutto fisiologico poter vedere, attraverso un’ecografia, tante piccole “cisti” (anche dette microcisti). Si tratta infatti dei follicoli ovarici a vari stadi di maturazione, cosa del tutto normale da osservare in una donna in età fertile. La comparsa invece di vere e proprie cisti, è un fenomeno abbastanza comune, ma ad oggi sappiamo che la stragrande maggiornanza dei casi si risolve con il tempo. Si deve comunque monitorare la comparsa di cisti isolate per accertarne la benignità e la definitiva risoluzione» 

Nutrienti ed estratti fitoterapici che possono aiutare

Per coloro che soffrono di PCOS, la scienza ha individuato alcuni principi attivi utili per migliorare il quadro complessivo di segni e sintomi che la sindrome comporta. Sono possibili eventuali associazioni sinergiche con altri prodotti a base natuale, da valutare in base al soggetto.

Inositoli

L’inositolo è uno zucchero che appartiene al gruppo dei polioli (come ad esempio lo xilitolo). Il corpo umano è in grado di produrlo, poiché è una molecola molto importante per il funzionamento delle cellule, e possiamo anche assumerlo attraverso il cibo. Le forme di inositolo più presenti nel nostro organismo sono il myo-inositolo (MI) e il D-chiro-inositolo (DCI): il primo coinvolto nei meccanismi di assorbimento cellulare di glucosio, il secondo in quelli della sintesi di glicogeno. Entrambi agiscono da messaggeri secondari, cioè ricevono i segnali e li reinviano all’interno delle cellule stesse per far sì che questi siano efficaci e arrivino a destinazione. È come se fossero una sorta di amplificatori: grazie ad essi tutta la cellula è in grado di “ascoltare” il segnale.

Tra le varie funzioni, il myo-inositolo media il segnale che fa rilasciare l’ormone FSH (ormone follicolostimolante), che è responsabile, come dice il nome stesso, della corretta maturazione dei follicoli ovarici e quindi del funzionamento di tutto il ciclo ovarico.


Il D-chiro inositolo, invece, è responsabile della sintesi di testosterone mediata dal segnale inviato dall’insulina. Vediamo in maniera sintetica cosa succede: normalmente, a seguito della produzione di insulina, questa si lega ai propri recettori cellulari e come conseguenza vengono prodotti gli inositoli che comunicheranno a tutta la cellula che bisogna rispondere all’insulina stessa facendo entrare il glucosio (che verrà usato a scopo energetico). Se però ci si trova in una condizione di insulino-resistenza, cosa che si riscontra nella maggior parte dei casi di PCOS, il rapporto tra le due molecole è alterato, le cellule non risponderanno all’insulina, il glucosio rimarrà alto nel sangue, e il pancreas sarà stimolato a produrre ancora più insulina, contribuendo al circolo vizioso insulino resistenza-iperinsulinemia. Esiste infatti un fisiologico rapporto tra MI e DCI, che in una donna sana è di 100 : 1 (myo-inositolo: D-chiro inositolo), mentre in una donna con PCOS può arrivare anche a 0,2:1.

L’iperinsulinemia è la responsabile dell’aumento dell’appetito, e quindi indirettamente dell’aumento del peso corporeo, così come delle non rare ipoglicemie dopo il pasto.

Il disequilibrio tra gli inositoli significa che non riescono più a svolgere il proprio ruolo di “messaggeri secondari”. Questo si riflette sull’ovaio perché ripetiamo che il D-chiro-inositolo media la produzione proprio di testosterone e che nella PCOS è in netta maggioranza rispetto al myo-inositolo. Aumenta quindi la produzione di androgeni, e diminuisce inoltre la produzione delle SHBG, proteine che legano il testosterone che sarà quindi più disponibile, diciamo, più attivo: questo porterà ad alcuni dei tipici segni di PCOS, quali acne, irsutismo, e mancata o alterata ovulazione.

Un modo per poter distinguere l’iperandrogenismo causato da PCOS da altre situazioni è analizzando le SHBG, molecole che legano e trasportano il testosterone nel sangue: nella sindrome da ovaio policistico sono basse.

Ripristinando i livelli dei due inositoli, sempre mantenendo il rapporto in favore del myo-inositolo, si può agire per ripristinare il corretto funzionamento del segnale dell’insulina, che porterà anche ad una normalizzazione dei livelli di androgeni.

Isoflavonoidi

Sono delle molecole che appartengono al gruppo dei fitoestrogeni, presenti negli organismi vegetali, che presentano numerose analogie strutturali sia con gli estrogeni naturalmente prodotti dall'ovaio, sia con i farmaci anti estrogenici. Queste similitudini gli permettono di interagire proprio con i recettori degli estrogeni (ER, Estrogen Receptors). Sono in grado di comportarsi in maniera ambivalente, esercitando effetti estrogenici o anti-estrogenici, in base al tipo recettore con cui interagiscono, al tessuto e ai livelli di estrogeni che circolano nel corpo. Nel caso di una dominanza estrogenica, i fitoestrogeni contrastano questa tendenza e, al contrario, quando il livello degli estrogeni è basso, i fitoestrogeni agiscono al loro posto, legandosi recettori e stimolando quindi tutti i processi mediati dagli estrogeni stessi. Questo è quello che si vuole ottenere inserendo ingredienti che contengono una buona parte di isoflavoni, senza necessariamente inserire la soia, il cui ruolo è ancora sotto discussione, tra l’altro, per le valutazioni ancora in corso sul fronte scientifico, riguardo agli organismi geneticamente modificato (OGM) e per il ruolo non del tutto chiaro nei disturbi dell’apparato riproduttore femminile.

Pueraria Lobata

Questa specie vegetale è anche nota come Kudzu. La radice essiccata di Kudzu è ben conosciuta dalla medicina tradizionale cinese con il nome di GE-GEN. I principi attivi che la caratterizzano sono gli isoflavoni. Questi, oltre ad interagire con i recettori degli estrogeni, fungono da "scavenger" radicalici (letteralmente “spazzini”) di specie ossigeno-reattive, e sono anche noti per inibire l'enzima alcool-deidrogenasi (ADH). Le radici essiccate di questa pianta, sono veramente ricche di isoflavoni, che nel Kudzu sono: genisteina, daidzeina e puerarina. Essi mostrano un'attività nei confronti degli estrogeni sia agonista che antagonista, dipendente, come detto, dai livelli ormonali dei tessuti considerati.

Glycyrrhiza glabra L.

I principi attivi di spicco sono la glicrrizina o acido glicirrizico, che viene metabolizzato nell’organismo ad acido-18-β-glicirretico, e i flavonoidi. La liquirizia è ben conosciuta ed utilizzata da secoli per diversi effetti tra cui spicca quello antiinfiammatorio, mentre per quanto riguarda i flavonoidi, come già detto, l’attività è di modulatori nei confronti degli estrogeni. Inoltre, come proprietà esclusiva, a liquirizia ha mostrato ridurre la sintesi del testosterone da parte dell’ovaio, con un conseguente aumento del rapporto estrogeni/androgeni.

Humulus lupulus

Il luppolo, utilizzato nella produzione della birra, è anche usato nella medicina popolare soprattutto come sedativo. Il componente di principale interesse nel nostro caso è la rutina o rutoside, un flavonoide dalle spiccate proprietà antiossidanti, antiaggreganti piastriniche ed antitrombotiche e infatti trova buon impiego anche nei casi di problematiche di circolazione delle gambe; inoltre possiede azione diuretica e dunque è utilizzata anche in caso di cellulite legata a ritenzione idrica. Il luppolo è conosciuto fin dall’antichità come pianta dalle proprietà anafrodisiache nell’uomo, e leggermente afrodisiache nella donna, vista la presenza dei fitoestrogeni. Infatti, in antichità veniva utilizzata proprio per placare il desiderio sessuale maschile. Infatti negli uomini che consumano abitualmente grandi quantità di birra, i fitoestrogeni sono i responsabili del calo di libido e dell’accumulo di grasso a livello del petto. I flavonoidi del luppolo, qual è la rutina, sono consigliati nella PCOS per contrastare l’irsutismo, impedendo la conversione dell’androstenedione in testosterone nei tessuti periferici. Può anche risultare efficace nel caso in cui si soffra di nervosismo eccessivo, ansia isterica, irritabilità e problemi legati alla sfera sessuale femminile, molto comuni nella PCOS, così come anche nella menopausa e nella sindrome premestruale.

Dioscorea villosa

È anche conosciuta come Igname selvatico o Wild Yam. È un’erba che contiene buone quantità di fitoestrogeni utili anche per le donne che sono in menopausa. Il suo punto di forza, però, sembra essere la presenza di diosgenina, una sorta di progesterone naturale in grado di regolarizzare la produzione di ormoni. Oltre a questo importante aspetto, la diosgenina è in grado di regolare la produzione di DHEA-S (deidroepiandrosterone solfato), un ormone androgeno prodotto dalle ghiandole surrenali e che nella PCOS è presente a livelli maggiori rispetto alla norma, insieme al testosterone. Diminuendo gli androgeni e riportando alla norma il rapporto con gli estrogeni, questo eserciterà effetti positivi sull’umore, la memoria, la libido, l’ansia e i segni di iperandrogenismo.


Attenzione a non confondere l’esame del DHEA con quello del DHEA-solfato: solo quest’ultimo riflette in maniera ottimale la produzione di androgeni, poiché ha un’emivita più lunga e non subisce variazioni apprezzabili nell'arco della giornata.

Black Cohosh

Detto comunemente cimifuga racemosa, possiede un dimostrato effetto simil-estrogenico sul sistema nervoso centrale ed è stato provato il suo importante effetto sull'induzione dell'ovulazione nelle donne con PCOS. Essa è in grado di incrementare i livelli di FSH e ridurre i livelli LH comunemente alterati nella sindrome dell’ovaio policistico, abbassando quindi il rapporto LH/FSH che impedisce una normale ovulazione se sbilanciato.

Metilfolato di Calcio

Il metilfolato (o anche chiamato semplicemente folato) è la forma biologicamente attiva dell’acido folico, corrispondente alla Vitamina B9, quella che esplica gli effetti fisiologici. Tenendo conto che circa il 40% della popolazione mondiale presenta una forma mutata del gene (MTHFR) che converte l’acido folico nella forma attiva di folato nel nostro corpo. Con la versione mutata del gene MTHFR, l’acido folico (ad esempio quello contenuto comunemente negli integratori) non giunge a destinazione e non sortisce l’effetto sperato. Le persone con il gene mutato, tendono ad avere sempre livelli bassi di acido folico, il che porta ad elevati livelli di omocisteina, un fattore di rischio cardiovascolare che ci espone maggiormente a patologie quali aterosclerosi, trombosi, embolia, infarto del miocardio e ictus. Studi condotti sulla somministrazione di acido folico in casi di PCOS hanno dimostrato la diminuzione dei marker infiammatori e di ossidazione, miglioramento del controllo sulla glicemia e della salute cellulare generale.

Policist - il nuovo integratore a supporto delle donne

In base alle evidenze scientifiche di cui sopra e in base alla nostra esperienza professionale, abbiamo formulato Policist di Vitamincompany, il nuovo integratore alimentare a supporto del benessere intimo femminile. Policist contiene tutti gli ingredienti vegetali sopra descritti, inseriti in una formula innovativa e bilanciata. Questo integratore non è una cura, né si sostituisce ai medicinali, piuttosto rappresenta un aiuto naturale per le donne e per migliorare il quadro complessivo della loro sfera intima, in qualsiasi fase della vita.

Dott. Marco Guercioni

Marco Guercioni è Dottore Specializzato in Biologia e Nutrizione, con una lunga esperienza nel campo della nutrizione sportiva, del dimagrimento e della ricomposizione corporea. Fa parte del Team “Ricerca, Sviluppo e Divulgazione scientifica” di VitaminCompany e contribuisce allo studio di nuove formulazioni, alla creazione di articoli scientifici e alla consulenza professionale.

Dott.ssa Laura Pistolesi   

Laura Pistolesi - Biologa Nutrizionista è specializzata in Nutrizione e Integrazione nello sport ed esperta in fitoterapia e biofarmaceutica applicata allo sport e in medicina antiaging e nutrigenomica.

BIBLIOGRAFIA SCIENTIFICA

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