Perché è importante ascoltare il proprio corpo durante l’allenamento | Coach Irene Paolicchi VitaminCenter
Perché è importante ascoltare il proprio corpo durante l’allenamento?
Quando anni fa leggevo articoli sull'importanza di ascoltare sé stessi e mi immaginavo una pratica estremamente zen e lontana dal mio essere, non riuscivo proprio a capire come applicare a pieno questa frase nella mia quotidianità, a maggior ragione all’interno dei miei workout.
Così i miei primi anni di allenamento sono passati per lo più cercando di spostare un peso da un punto A ad un punto B senza focus e senza capire realmente cosa stessi facendo. Sono serviti tempo ed esperienza in più, ma una volta compreso il significato di quell’ "ascoltare sé stessi”, il mio modo di allenarmi si è rivoluzionato.
Oggi voglio parlarvi pertanto dell’importanza di ascoltare il proprio corpo ed i segnali che ci manda durante il workout e il motivo per cui lo applico su di me e sulle mie atlete.
MIGLIORA LA PROPRIOCEZIONE E LA CONNESSIONE MENTE-MUSCOLO
Il primo step per fare allenamenti qualitativi è quello di apprendere al meglio la tecnica di esecuzione di un esercizio. Lavorando sullo schema motorio lavoreremo sulla nostra propriocezione ovvero sulla consapevolezza del nostro corpo nello spazio e dei muscoli attivi in quel preciso momento.
Quali muscoli stiamo attivando? Quali invece non riusciamo a coinvolgere al meglio?
Questo è un punto che vedo spesso sottovalutato in sala pesi specie durante gli esercizi con le macchine: si pensa infatti che la macchina faccia gran parte del lavoro, quando in realtà, ahimè, non può contrarre i muscoli per noi. Dobbiamo pertanto imparare piano piano a sentire quale muscolo o gruppo muscolare stiamo lavorando e a contrarlo attivamente e volontariamente ripetizione dopo ripetizione, attivando così la connessione mente-muscolo.
Sono infatti tantissimi gli studi che evidenziano come un’ottima connessione tra il sistema nervoso e il muscolo permette di coinvolgere più fibre muscolari durante la contrazione massimizzando lo stimolo ipertrofico.
SCELTA DEGLI ESERCIZI MIGLIORI
Che vi prepariate le programmazioni da soli o che siate seguiti da una figura professionale, la scelta degli esercizi dovrà avvenire non solo in funzione del gruppo muscolare che volete far crescere o della vostra anatomia, ma anche in funzione del feeling che avete con questi.
Sperimentare va benissimo, cercare di migliorare in un esercizio che non sentite vostro va benissimo, ma se, nonostante i tentativi, il feeling non migliora, ha senso insistere?
A mio avviso, no. Ne abbiamo tantissimi tra i quali scegliere!
Sentire di non essere a proprio agio con uno di questi esercizi vi permetterà di scegliere un’alternativa nella quale potrete esprimere maggiore intensità e progredire settimana dopo settimana senza rimanere in stallo.
VALUTAZIONE E MIGLIORAMENTO DELLA PERFORMANCE
Per migliorare nel tempo c’è bisogno di una progressione dei parametri allenanti.
Più io mi ascolterò durante l'allenamento, ma anche nel periodo stesso che sto vivendo, più riuscirò a crearmi o a farmi creare una programmazione che so riuscirò a seguire dando il mio massimo. Per esempio, se state affrontando una fase di taglio calorico o di grande stanchezza e sentite che non riuscite ad esprimere una certa forza, potreste puntare su una progressione di volume o densità e non su progressioni di carico.
Oppure, situazione che è successa a me di recente, potreste sentire di essere scarsi su un parametro specifico; magari non riuscite a gestire bene le ripetizioni medie o i recuperi brevi. Questo può essere positivo perché vi permetterà di stilare delle programmazioni che in modo graduale vanno a migliorare questo parametro. Ricordatevi infatti che l’allenamento non è solo il mezzo con il quale interveniamo sulla nostra composizione corporea, ma è una ruota continua tra la ricezione di feedback dal nostro corpo e la rielaborazione degli stessi per migliorare la performance.
Avere la consapevolezza di come stiate affrontando l’allenamento, vi permetterà di capire se è arrivato o meno il momento di inserire una fase di scarico e come eventualmente gestirla, dando la giusta importanza al recupero fisico e mentale.
SUPERARE I PROPRI LIMITI
Proprio parlando di performance, possiamo comprendere come ascoltarci ci permette di conoscere noi stessi sempre di più, conoscere i nostri limiti e darci la possibilità di metterci in gioco: imparare un nuovo esercizio e battere il nostro personal record su un altro sono solo due dei tanti esempi che si possono fare.
Diciamolo, serve essere molto onesti con noi stessi e con i feedback che raccogliamo. Penso anche che questo modo di vederci nell’allenamento ci permetterà di staccarci da quella visione spesso ossessiva sul nostro aspetto e ci darà modo di apprezzare il nostro corpo e le sue abilità sempre di più.
ASCOLTARSI NON SOLO IN ALLENAMENTO
Come vi dicevo ad inizio articolo, aver appreso questo modo di essere presente nell’allenamento mi ha dato una marcia in più, in particolar modo adesso che sono in fase di post parto e ad inizio fase di cut, con giornate di up e altre dove ho livelli di stanchezza non indifferenti, giorni in cui vado ad allenarmi con pochissime ore di sonno e dove perciò avere lucidità fisica e mentale serve anche a scongiurare infortuni.
Riporto così questo concetto dell’auto-ascolto in allenamento, ma anche nel modo di nutrirmi, quindi su quale nutriente spingere e soprattutto nella gestione dei refeed e dell’integrazione, scegliendo quella più utile in questo momento.
La mia integrazione attuale prevede:
V Factor Fem, super consigliato in gravidanza e post parto/allattamento.
B Ultra che, a differenza di molti integratori di vitamine del gruppo b, ha livelli di vitamina b12 molto alti. Lo consiglio anche alle donne che stanno pianificando una gravidanza: è meglio iniziare già ad assumerlo per poi proseguirlo visto il quantitativo di acido folico.
Utilizzo inoltre Amino Pool Vegan, Vitamina C, Hair XP (mano santa per i capelli nel post parto!), Ala Gold e Omega 3 Vegan.
Da poco ho iniziato ad utilizzare Shakti come pre workout nelle giornate di allenamento lower e nei prossimi mesi riprenderò ad utilizzare la Triade, con la quale in passato avevo ottenuto grandi risultati circa ritenzione idrica e gambe gonfie.
Spero davvero che questo articolo possa essere uno spunto di riflessione su come approcciarsi all’allenamento, ma anche alla vita in modo presente, attivo e proattivo, ricordandoci che il nostro corpo non è solo un involucro, ma colui che ogni giorno ci permette di fare grandi cose.